luni, 19 ianuarie 2009

Il DECANTESIMO



E’ una corrente artistica, filosofica e letteraria europea che ebbe origine in Francia e si sviluppò in Europa alla fine dell'Ottocento. Il decadentismo si sviluppa negli anni della seconda rivoluzione industriale durante i quali le nuove scoperte scientifiche e tecnologiche e i cambiamenti nell’organizzazione del lavoro industriale trasformano la società in modo radicale.Ad esempio il petrolio prende il posto del carbone, l’energia elettrica si sostituisce al vapore sia nelle industrie sia nei trasporti.




Gli autori di questa corrente sentono il fascino delle epoche storiche in cui la civiltà è in decadenza, in declino; sono interessati a capire ed esprimere le esperienze individuali di malessere fisico e psicologico; sono attratti dal mistero della morte e vedono nella bellezza una ragione di vita. I protagonisti delle loro opere non si occupavano di problemi sociali nè di quelli storici: la loro attenzione è tutta volta all’analisi soggettiva di ciò che essi stessi pensano, sentono o fanno.Henri Bergson concepì il tempo non come unità di misura dello scorrere dei fatti, ma come dimensione soggettiva e psichica; Friedrich Nietzsche criticò aspramente la morale borghese e teorizzò la superiorità del superuomo; Jean Sorel rivendicò la bellezza dell'atto violento e individualista.
C'è un libro che si può considerare la "bibbia" del decadentismo: Controcorrente (1884) di Joris-Karl Huysmans. Il romanzo racconta lo squisito stile di vita del protagonista, Des Esseintes, un sofisticato e perfezionista intenditore d'arte che vive in campagna isolato dal mondo. Analoga tematica sviluppò in Inghilterra Oscar Wilde nel Ritratto di Dorian Gray (1891): cultore delle apparenze e innamorato della sua eccezionale bellezza, l'eroe del romanzo tenta di conservare per sempre la gioventù, ma il suo destino avrà un esito drammatico e inquietante. Si tratta in entrambi i casi di personaggi fortemente individualisti. L'elemento estetizzante è fondamentale anche nei Ritratti immaginari (1887) di Walter Pater. L'ideale consiste nel vivere dedicandosi al culto della bellezza in assoluta libertà materiale e spirituale, in polemica contrapposizione con la volgarità del mondo borghese. L'estetismo si accompagnò non di rado all'esotismo: i paesi lontani esercitavano un grande fascino, oggetti d'arte e manufatti soprattutto orientali suscitavano uno spiccato interesse estetico.
A questo primo aspetto, "positivo" nel rivendicare nuovi ruoli al letterato e un nuovo valore alla sua arte, se ne affianca un secondo che si potrebbe definire "negativo", richiamato dal termine stesso decadentismo. Si tratta della consapevolezza della degenerazione dei tempi, della fine di una civiltà, a volte accompagnata dalla rivalutazione della letteratura e della cultura della decadenza latina, ora riscoperta e rivalutata.
Il decadentismo in poesia ebbe alcuni maestri riconosciuti che attraversarono in modo originale questo insieme di aspettative e di contenuti culturali: Stéphane Mallarmé, teorico di una poesia simbolista pura e astratta, "perfetta"; Paul Verlaine, che nel 1873 rivendicò in un sonetto il fatto di essere egli stesso "l'impero alla fine della decadenza". Del resto, in poesia l'estetismo fu rivendicato dai parnassiani, fautori in Francia di un'arte fine a se stessa.

Il decadentismo italiano
In Italia, i maggiori scrittori decadenti furono D'Annunzio, Pascoli e Fogazzaro. Gabriele d'Annunzio rovesciò l'elemento aristocratico tipico del decadentismo in spettacolo da offrire al pubblico, in parte da recitare a beneficio delle masse. E lo fece creando anzitutto il mito di se stesso, l'intellettuale più celebre e chiacchierato dell'epoca in Italia. Egli tenne conto con grande tempismo delle esperienze letterarie straniere contemporanee sia in prosa sia in poesia, e infatti i principali temi dell'epoca sono presenti nella sua opera. Così, se Andrea Sperelli, il protagonista del romanzo Il piacere (1889), rappresenta l'uomo raffinato e colto amante dell'arte e delle donne, Claudio Cantelmo impersona il superuomo nelle Vergini delle rocce (1895), mentre nel Notturno (1921) prevale un ripiegamento dell'autore su se stesso, assieme a una tematica più intima e riflessiva. La poesia di d'Annunzio, che teneva conto soprattutto delle esperienze francesi, divenne in breve il modello di riferimento (sia in positivo sia in negativo) della generazione di poeti contemporanea e di quella successiva. La sua sensibilità straordinaria investe il mondo dei sentimenti, quello della natura e quello dell'arte, e la sua affascinante scrittura, ricca e suggestiva, ne costituisce la più appropriata traduzione in termini letterari.
La poesia di Giovanni Pascoli rappresenta un felice tentativo di sprovincializzazione in senso simbolista, fondato su una realtà locale molto individuata, anche linguisticamente. Il poeta possiede una sensibilità che gli permette di entrare in contatto con il mondo che egli canta senza mediazioni razionali o intellettuali, e la sua poesia rende conto di questa magica sintonia. Lo fa con termini molto precisi, anche di uso comune, con versi spezzati e interrotti, con una ricerca sul suono che vuole ridare la suggestione degli oggetti di tutti i giorni e degli ambienti modesti che sono la base della sua ispirazione.
Il tentativo di conciliare la scienza con la fede cattolica è un motivo importante delle opere e del pensiero di Antonio Fogazzaro, che si interessò anche di occultismo e magia, tendenza, questa, contrastata dalla Chiesa, fino alla presa di posizione ufficiale rappresentata dall'enciclica Pascendi Dominici Gregis del 1907 contro il movimento modernista. Quello di Fogazzaro è comunque un cattolicesimo irrequieto, che convive con una sensibilità a tratti morbosa. Le donne dei suoi romanzi sono spesso nervose ai limiti della malattia, instabili e volubili, impossibili da comprendere fino in fondo e perciò affascinanti, come Marina di Malombra (1881) o Violet del Mistero del poeta (1888). È proprio la componente religiosa a dare il senso del proibito alla rappresentazione del fascino femminile, l'emozione della tentazione inconfessabile, e perciò la sensibilità di Fogazzaro è così diversa da quella di d'Annunzio, esperto seduttore e amante ben più spregiudicato e consapevole.


I CARATTERI DEL DECADENTISMO

Al romanticismo che si era diffuso durante l’ottocento si sostituisce una nuova tendenza, quella del decadentismo, che in tutta europa si manifesta con caratteri comuni:
I decadenti non hanno fiducia nella ragione che giudicano uno strumento di ricerca inadeguato
I decadenti si isolano dalla società perché non possono riconoscersi in un mondo così cambiato;rifiutano perciò la letteratura come impegno sociale.
I decadenti sono dominati dall’ansia di evadere dalla realtà,hanno nostalgia della vita primitiva guidata dagli istinti sognando il ritorno all’infanzia,l’età magica.
I decadenti sono individualisti e perciò i personaggi delle loro opere sono tutti volti ad esaltare il proprio io e a dare ascolto alle voci segrete dell’inconscio.
I decadenti adattano un nuovo linguaggio servendosi di simboli , di analogie, di suoni suggestivi e di ritmi musicali .

Sursa:Riapunti.net

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